Paesaggio fluviale con popolani e armenti – Opera 22

Nella costruzione spaziale, come nella scelta della morfologia paesistica l’opera è avvicinabile alla produzione tarda di Giuseppe Zais, di cui Gaetano riprende la tavolozza giocata su un doppio registro di colori caldi e brunacei per il paesaggio, luminosi ed argentei per l’ampio cielo solcato da una impalpabile nuvolaglia. Una deliziosa ingenuità colora la cronaca della vita quotidiana di un sobborgo prealpino con i mandriani che conducono gli animali all’abbeverata nella pozza formata dalla cascatella che interrompe il lento scorrere del fiume serpentinato. Le corpose figure degli armenti, del pescatore, del mandriano con il cappellaccio e della lavandaia rimandano alla tipologia delle macchiette di Giuseppe Zais, ma il tocco più incerto e meticoloso svela la mano dell’allievo, ben riconoscibile anche nella diversa tessitura segnica che delinea il paesaggio e le chiome arboree.

Databile agli anni ottanta del Settecento, il nostro dipinto si distingue per il garbo narrativo con cui Gaetano Zais  testimonia, alla fine di un’epoca irripetibile, il perdurare della tradizione del paesaggio veneto, un genere che allora come oggi è da tutti ammirato.

Expertise: Prof. Dario Succi

  • Gaetano Zais
  • seconda metà del XVIII secolo
  • Dipinti
  • Olio su tela
  • cm 97 x 155